Il vissuto agricolo della fattoria ha radici antiche, per centinaia di anni e sino al 2003 la proprietà dell’azienda agricola si è tramandata per asse ereditario dei baroni di Agrigento. Tante sono le evidenze architettoniche presenti nella proprietà che testimoniano le epoche agricole che si sono susseguite in questa azienda per migliaia di anni ad opera di generazioni di contadini.
Sono ben conservate nella Fattoria 8 tombe risalenti alla seconda età del ferro. Due “acquedotti feacei” perfettamente funzionanti e costruiti dai greci circa 2.600 anni fa e, nella Fattoria è situata una delle più antiche chiese rupestri di origine bizantina della Sicilia che sino agli anni ’60 è stata utilizzata come parrocchia.
A presidio di tutta la Fattoria resiste ancora una Torre di avvistamento lagunare edificata sul finire del 1.500 e poi convertita ad antico Baglio siciliano, a cui si affiancano altri casolari rurali costruiti intorno al 1.700.
Nonostante il pregio agronomico, storico ed architettonico la proprietà, un tempo riserva di caccia del Barone di Agrigento, è stata abbandonata per oltre 40 anni con conseguente degrado colturale e architettonico.
Negli ultimi 300 anni diversi sono stati gli studi effettuati in questa Fattoria i quali hanno lasciato importanti testiomnianze del paesaggio rurale. Dipinti, stampe, fotografie, articoli agronomici, ecc. Si racconta che lo stesso Johann Wolfgang Von Goethe il 23 aprile del 1787 visitò questa fattoria – ospite del proprietario il barone Celauro – restando affascinato del modo di piantare le fave, di fare il sapone bruciando i gambi delle fave e i gusci delle mandorle e dell’ordine di avvicendamento delle colture, fagioli, grano, tumenia, di cui racconta nel suo diario di viaggio.
Oggi la Fattoria Valle dei Templi recupera il suo passato e si proietta nel futuro testimone di un nuovo modo di vivere l’agricoltura attraverso i principi dell’agroecologia!